
I cambiamenti veloci e le situazioni di crisi del mondo attuale richiedono versatilità e creatività per cui sempre più spesso è richiesto a persone con diverse competenze, professionalità, personalità, di lavorare insieme a progetti realizzati e gestiti in gruppo.
Ho scoperto che in situazioni diverse, con persone che non conosco, anche di diversi paesi e contesti, il lavoro di gruppo e la co-creazione è possibile quando vi sono alcuni elementi che facilitano la condivisione, il contributo di ciascuno, lo spazio di ciascuno, la libertà di ciascuno (compresa quella di esserci o meno), la consapevolezza che il gruppo aggiunge e non toglie qualcosa a noi stessi.
Se ben accompagnato il contatto umano crea attraverso lo stare insieme un collegamento fisico, emotivo, energetico che produce un campo che accelera il manifestarsi e l’evolvere di un’intelligenza di gruppo che trascende quella dei singoli e che va ben oltre la somma dell’intelligenza del singolo (c.d. Sviluppo dell'Intelligenza Collettiva).
Intelligenza del singolo è data dalla sinergia testa (mente, pensiero critico), cuore (emozioni, bisogni, empatia, compassione), mani (capacità di agire, fare). Infatti come l’individuo è un essere vivente (un sistema), così lo è un gruppo la cui intelligenza è data dalla combinazione di questi elementi (sistemi differenti).
Nella nostra società spesso l’idea di gruppo spontaneo o di lavoro o di impresa è specchio di un modello di società variamente organizzata in modo codificato (generalmente piramidale), dove di solito -più o meno esplicitamente- c’è un responsabile e un esecutore, un controllore e un controllato, un padrone e un dipendente, dove qualcuno ha potere e altri no, dove qualcuno comanda perché sa farlo o perché è stato eletto dalla maggioranza, dove spesso autorità e autorevolezza si confondono.
Ho sperimentato come sia possibile creare un gruppo con diversi “ingredienti” che sviluppano fiducia reciproca, partendo dalla consapevolezza e dal riconoscerci come esseri umani con gli stessi bisogni -che si manifestano e traducono in modo diverso per ciascuno di noi- anche se con diverse capacità, competenze, livelli di responsabilità, la consapevolezza di essere interconnessi e un tutt’uno con la Terra. Gli spunti e interrelazioni che partono da essi in un gruppo possono alimentare dinamiche spontanee, naturali, leggere che portano ad uno stare insieme gioioso anche quando si tratta di argomenti sensibili e decisioni concrete da prendere.
E’ possibile – ma per niente scontato- che una varietà di persone diverse funzioni al meglio insieme; normalmente ciò è possibile quando ciascun partecipante si sente a suo agio a diversi livelli (fisico, emotivo, cognitivo e spirituale). Si tratta, quindi, di imparare a combinare in modo efficacie la diversità che diventa ricchezza e motore del gruppo. Ciò che faccio è facilitare queste dinamiche con l’esperienza acquisita come mediatore, avvocato, formatore in comunicazione empatica, partecipante al progetto internazionale delle transition towns (e docente corso per facilitatori volontari della transizione – Aster Climate KIC). Una volta compresi caratteristiche e bisogni del gruppo (es. Impresa, no profit, scuola e università, società, associazioni) individuo progetto e facilitazione che meglio si adatta alle sue esigenze.
Ho scoperto che in situazioni diverse, con persone che non conosco, anche di diversi paesi e contesti, il lavoro di gruppo e la co-creazione è possibile quando vi sono alcuni elementi che facilitano la condivisione, il contributo di ciascuno, lo spazio di ciascuno, la libertà di ciascuno (compresa quella di esserci o meno), la consapevolezza che il gruppo aggiunge e non toglie qualcosa a noi stessi.
Se ben accompagnato il contatto umano crea attraverso lo stare insieme un collegamento fisico, emotivo, energetico che produce un campo che accelera il manifestarsi e l’evolvere di un’intelligenza di gruppo che trascende quella dei singoli e che va ben oltre la somma dell’intelligenza del singolo (c.d. Sviluppo dell'Intelligenza Collettiva).
Intelligenza del singolo è data dalla sinergia testa (mente, pensiero critico), cuore (emozioni, bisogni, empatia, compassione), mani (capacità di agire, fare). Infatti come l’individuo è un essere vivente (un sistema), così lo è un gruppo la cui intelligenza è data dalla combinazione di questi elementi (sistemi differenti).
Nella nostra società spesso l’idea di gruppo spontaneo o di lavoro o di impresa è specchio di un modello di società variamente organizzata in modo codificato (generalmente piramidale), dove di solito -più o meno esplicitamente- c’è un responsabile e un esecutore, un controllore e un controllato, un padrone e un dipendente, dove qualcuno ha potere e altri no, dove qualcuno comanda perché sa farlo o perché è stato eletto dalla maggioranza, dove spesso autorità e autorevolezza si confondono.
Ho sperimentato come sia possibile creare un gruppo con diversi “ingredienti” che sviluppano fiducia reciproca, partendo dalla consapevolezza e dal riconoscerci come esseri umani con gli stessi bisogni -che si manifestano e traducono in modo diverso per ciascuno di noi- anche se con diverse capacità, competenze, livelli di responsabilità, la consapevolezza di essere interconnessi e un tutt’uno con la Terra. Gli spunti e interrelazioni che partono da essi in un gruppo possono alimentare dinamiche spontanee, naturali, leggere che portano ad uno stare insieme gioioso anche quando si tratta di argomenti sensibili e decisioni concrete da prendere.
E’ possibile – ma per niente scontato- che una varietà di persone diverse funzioni al meglio insieme; normalmente ciò è possibile quando ciascun partecipante si sente a suo agio a diversi livelli (fisico, emotivo, cognitivo e spirituale). Si tratta, quindi, di imparare a combinare in modo efficacie la diversità che diventa ricchezza e motore del gruppo. Ciò che faccio è facilitare queste dinamiche con l’esperienza acquisita come mediatore, avvocato, formatore in comunicazione empatica, partecipante al progetto internazionale delle transition towns (e docente corso per facilitatori volontari della transizione – Aster Climate KIC). Una volta compresi caratteristiche e bisogni del gruppo (es. Impresa, no profit, scuola e università, società, associazioni) individuo progetto e facilitazione che meglio si adatta alle sue esigenze.