
È possibile toccare in concreto e avere chiarezza su ciò che mi si muove dentro quando sono arrabbiato, impaurito, in ansia o mi sento in colpa per qualcosa che è successo? È possibile fermarmi e fare spazio dentro me per ascoltare i miei sentimenti, le mie emozioni, il mio stato d’animo? e così comprendere i miei desideri profondi non soddisfatti per poi essere in grado di scegliere che fare in modo sostenibile?
Con gli altri intorno a me, è possibile farmi capire rispettando me stesso e l’altro? e magari, evitando fraintendimenti, ascoltare e aiutare l’altro ad esprimersi in termini di suoi sentimenti e desideri con onestà? La stessa onestà che io offro?
Si è possibile, imparando comunicare con me stesso e con gli altri in modo diverso, prendendomi la responsabilità dei miei sentimenti, bisogni, azioni, senza incolpare gli altri o il mondo o la vita.
La comunicazione empatica (o comunicazione non violenta) facilita questo comunicare con me stesso e gli altri, rimanendo in contatto e accogliendo ciò che mi si muove dentro, vive e vibra in me. Così –ad esempio- riesco a partire da una situazione di sofferenza, incaglio, disagio che mi blocca nelle mie cose per arrivare a scegliere un’azione, una strategia che posso intraprendere con efficacia qui ed ora e che mi permette di muovermi verso i miei obiettivi.
In pratica si tratta di fotografare un fatto, un’esperienza, una situazione, parole, senza giudicare/giudicarsi (osservazione); ascoltare come questo fatto risuona in me, cosa provoca, cosa muta … (sentimenti)- così ad es. ansia, tensione magari anche fisica, dolore, fastidio…-; partire da questo ascolto che è specchio dei bisogni, valori, desideri soddisfatti o non soddisfatti (bisogni) per individuare quali sono quelli che mi provocano questo dolore, sofferenza. Infine, con questa chiarezza sui bisogni da soddisfare scegliere azioni concrete da intraprendere (richiesta – ad es. a me stesso o ad altri) per soddisfare questi bisogni che in quella situazione non sono stati soddisfatti. Inoltre anche nel caso di situazioni in cui sto bene, a sono a mio agio –e quindi di solito meno difficili da gestire e comprendere- è utile sapere con chiarezza e profondità cosa si muove in me e quali bisogni sono soddisfatti.
Non si tratta di sopprimere ciò che accade in me; ma di lasciarlo vivere -in modo non lesivo per me stesso e gli altri- e da qui arrivare a decidere come agire, come comportarmi con me stesso e con gli altri per essere felice e soddisfatto, più me stesso, a mio agio con me stesso e con ciò che si muove intorno a me.
Infatti posso prendermi cura di me e degli altri intorno a me fin da subito (e per farlo non devo prendermi una laurea in comunicazione o psicologia o altro…) e praticare la comunicazione non violenta nel quotidiano.
La Comunicazione Empatica è utile nella relazione con sé stessi, negli scambi col partner, in famiglia, con amici e conoscenti, nell’ambito lavorativo (con clienti, colleghi, superiori o collaboratori), in ambito scolastico e nel sociale. Si tratta di una risorsa utile in questi tempi duri, di crisi e di cambiamento.
La comunicazione non violenta o comunicazione empatica è frutto dello studio, del lavoro e della pratica di Marshall B. Rosenberg P.h.D., psicologo allievo di Carl Rogers, comunicatore, formatore e mediatore di conflitti in tutto il mondo (vedi il sito dell’organizzazione da lui creata per maggiori informazioni www.cnvc.org); si tratta di un approccio molto diffuso in Europa (in particolare, Belgio, Olanda e Germania) e intorno al mondo a partire dagli Stati Uniti (suo luogo di origine).
Con gli altri intorno a me, è possibile farmi capire rispettando me stesso e l’altro? e magari, evitando fraintendimenti, ascoltare e aiutare l’altro ad esprimersi in termini di suoi sentimenti e desideri con onestà? La stessa onestà che io offro?
Si è possibile, imparando comunicare con me stesso e con gli altri in modo diverso, prendendomi la responsabilità dei miei sentimenti, bisogni, azioni, senza incolpare gli altri o il mondo o la vita.
La comunicazione empatica (o comunicazione non violenta) facilita questo comunicare con me stesso e gli altri, rimanendo in contatto e accogliendo ciò che mi si muove dentro, vive e vibra in me. Così –ad esempio- riesco a partire da una situazione di sofferenza, incaglio, disagio che mi blocca nelle mie cose per arrivare a scegliere un’azione, una strategia che posso intraprendere con efficacia qui ed ora e che mi permette di muovermi verso i miei obiettivi.
In pratica si tratta di fotografare un fatto, un’esperienza, una situazione, parole, senza giudicare/giudicarsi (osservazione); ascoltare come questo fatto risuona in me, cosa provoca, cosa muta … (sentimenti)- così ad es. ansia, tensione magari anche fisica, dolore, fastidio…-; partire da questo ascolto che è specchio dei bisogni, valori, desideri soddisfatti o non soddisfatti (bisogni) per individuare quali sono quelli che mi provocano questo dolore, sofferenza. Infine, con questa chiarezza sui bisogni da soddisfare scegliere azioni concrete da intraprendere (richiesta – ad es. a me stesso o ad altri) per soddisfare questi bisogni che in quella situazione non sono stati soddisfatti. Inoltre anche nel caso di situazioni in cui sto bene, a sono a mio agio –e quindi di solito meno difficili da gestire e comprendere- è utile sapere con chiarezza e profondità cosa si muove in me e quali bisogni sono soddisfatti.
Non si tratta di sopprimere ciò che accade in me; ma di lasciarlo vivere -in modo non lesivo per me stesso e gli altri- e da qui arrivare a decidere come agire, come comportarmi con me stesso e con gli altri per essere felice e soddisfatto, più me stesso, a mio agio con me stesso e con ciò che si muove intorno a me.
Infatti posso prendermi cura di me e degli altri intorno a me fin da subito (e per farlo non devo prendermi una laurea in comunicazione o psicologia o altro…) e praticare la comunicazione non violenta nel quotidiano.
La Comunicazione Empatica è utile nella relazione con sé stessi, negli scambi col partner, in famiglia, con amici e conoscenti, nell’ambito lavorativo (con clienti, colleghi, superiori o collaboratori), in ambito scolastico e nel sociale. Si tratta di una risorsa utile in questi tempi duri, di crisi e di cambiamento.
La comunicazione non violenta o comunicazione empatica è frutto dello studio, del lavoro e della pratica di Marshall B. Rosenberg P.h.D., psicologo allievo di Carl Rogers, comunicatore, formatore e mediatore di conflitti in tutto il mondo (vedi il sito dell’organizzazione da lui creata per maggiori informazioni www.cnvc.org); si tratta di un approccio molto diffuso in Europa (in particolare, Belgio, Olanda e Germania) e intorno al mondo a partire dagli Stati Uniti (suo luogo di origine).